Uno sguardo da vicino al mondo dei servizi non aeronautici
C’è un momento, tra il check-in e l’imbarco, in cui il tempo sembra rallentare. La valigia è già in stiva o si riduce ad uno zainetto sulla nostra spalla, il gate ancora lontano, tutto intorno si apre quel microcosmo fatto di voci basse, odore di caffè e schermi che lampeggiano. Lounge di lusso, capsule hotel, aree benessere, ristorazione gourmet: il viaggio comincia e può offrire molto già al gate. Sembrano lontani i tempi in cui Tom Hanks/Viktor Navorski si aggirava in ambienti asettici, bloccato nell’aeroporto del film The Terminal. Questi luoghi non sono più solo infrastrutture funzionali, ma ambienti immersivi. Cosa c’è dietro questo cambio di paradigma? Soprattutto quali opportunità si stanno aprendo per chi sogna di lavorare nel mondo aeroportuale?
Le lounge – da quelle business class alle premium accessibili a pagamento – sono al centro di questa trasformazione. Non è fantascienza, succede davvero e non solo in hub esotici come l’Internazionale di Dubai o Singapore Changi. Sempre più aeroporti, anche in Europa, stanno trasformando l’attesa in un momento da godere, non da sopportare.
Non è un lusso riservato a chi viaggia in business class. Oggi molte lounge sono aperte a chiunque voglia regalarsi un’ora di comfort in più prima del decollo, magari dopo una giornata di lavoro o un trasferimento stancante. Sleep pod dove chiudere gli occhi, aree coworking con wifi velocissimo, zone relax immerse nel silenzio: l’aeroporto si sta reinventando. Di conseguenza cambiano anche le professionalità che lo abitano.
Si parla di servizi e ricavi non aeronautici, che costituiscono una buona fetta degli introiti di ogni aeroporto, in alcuni casi quasi il 50%. Un settore ovviamente in crescita, di pari passo con la ripresa dei flussi di viaggio dopo la pandemia. Hai mai pensato che potresti lavorare proprio lì? Non in pista, non al check-in, ma dentro quel mondo fatto di cura, accoglienza, piccoli dettagli che fanno sentire un viaggiatore come a casa.
Le lounge e i servizi premium richiedono figure che sanno accogliere, gestire, ascoltare. Ci sono hospitality manager che supervisionano tutto, dal sorriso dello staff al profumo dei diffusori ambientali. Addetti all’accoglienza capaci di parlare più lingue e capire chi hanno davanti in pochi secondi. Professionisti del benessere che offrono un massaggio prima di un volo intercontinentale, e altri ancora che gestiscono eventi, mostre temporanee o spazi gourmet.
È un mondo che mescola turismo, lusso, comunicazione e logistica. Un universo dove conta la competenza, certo, ma anche lo stile personale, la capacità di rendere speciale un’esperienza. Un settore in crescita, perché tutti – compagnie, aeroporti, passeggeri – hanno capito che il vero valore è nella qualità del tempo, anche quando si aspetta un aereo. Chi sceglie di formarsi per lavorare in questo settore non sceglie un lavoro qualsiasi, bensì un ambiente internazionale, dinamico, dove ogni giorno è diverso, ogni cliente è una storia e ogni gesto può fare la differenza.
La prossima volta che passerai in aeroporto, guardati intorno. Nota chi lavora in quelle lounge dove l’aria è più calma, i toni più bassi, l’atmosfera più curata. Chiediti: potrei esserci io, dall’altra parte del banco? Potrei essere io l’inizio o la fine del viaggio di qualcuno? Se la risposta è sì, forse hai già trovato la tua pista di decollo.
