Cuochi e camerieri, ma anche vigilanti, giardinieri, assistenti di studi medici, addetti alle consegne: battere la disoccupazione non è poi così difficile, avendo le giuste informazioni e le idee chiare.
Lo U. S. Bureau of Labor Statistics e la Georgetown University hanno pubblicato un interessante studio sulle tendenze del mondo lavorativo. Lo studio si basa sull’enorme mole di dati statistici raccolti dallo US-BLS, elaborati e sintetizzati dalla prestigiosa università di Washington, e ha come obiettivo delineare le future tendenze del mercato del lavoro, in modo da avvicinare domanda e offerta e indirizzare le scelte formative.
Le proiezioni per il 2018 delineano un quadro molto chiaro: con l’invecchiamento della popolazione occidentale e una ripresa economica lenta ma costante avranno larga diffusione tutti i mestieri legati alla cura della persona, al tempo libero e all’assistenza ai consumatori. Queste tendenze sono valide per gli USA ma dato il ruolo di precursore che questa nazione sempre riveste è facile immaginare che presto saranno valide anche nel vecchio continente.
Con uno scenario del genere è evidente che l’offerta formativa delle università italiane non risulta adeguata. Già oggi il fenomeno della sovra-qualificazione è una realtà, sono infatti laureati moltissimi dei baristi, dei camerieri, dei cuochi e degli addetti al post-vendita con cui entriamo in contatto quotidianamente. E questo divario tra formazione universitaria e richieste del mercato lavorativo non farà che aumentare.
I settori trainanti per le assunzioni saranno tutti in quella sfera di attività definite come “ancillari”, ossia di assistenza personale e dei servizi alla clientela. Ad esempio negli USA verranno assunti il 18% in più di addetti alla “paesaggistica degli spazi verdi”; così come saranno necessari 800.000 assistenti domestici per la salute; 1,8 milioni di addetti alle consegne e alla logistica; 2,7 milioni di rappresentanti del servizio alla clientela. Tutti lavori che non saranno più appannaggio, come in passato, di persone prive di titoli di studio superiori, perché anche in questi campi è in corso una lenta ma inesorabile professionalizzazione che comporterà un aumento dei livelli qualitativi del servizio e quindi anche delle credenziali di accesso.