L’aeroporto Ben Gurion, a Tel Aviv, viene considerato uno dei più sicuri al mondo. Non a caso, perchè la
situazione geopolitica ha sempre esposto l’aeroporto israeliano e chi vi transita al rischio di attentati.
L’alta sicurezza però si paga in termini di tempi di attesa e di discomfort per il passeggero: il consiglio di
arrivare almeno 3 ore in anticipo qui è tassativo.
La situazione tuttavia potrebbe presto cambiare. Immagina questo: sei in fila per i controlli di sicurezza in aeroporto. L’hai fatto decine di volte, forse un centinaio, eppure quel senso di urgenza misto ad ansia permane. Questa volta però nessuno ti chiede di togliere il laptop dallo zaino, i liquidi, non devi neanche più toglierti le scarpe. La parte migliore: il tutto dura meno di 30 secondi. È futuro che sta bussando alla porta dei principali scali internazionali, spinto da una protagonista sempre più centrale: l’intelligenza artificiale (IA).
La nuova era dei controlli: meno stress, più efficacia A dire il vero, in alcuni aeroporti europei e statunitensi, come Amsterdam Schiphol o Atlanta Hartsfield-Jackson, sono già in uso sistemi di scansione intelligente che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare rapidamente il contenuto dei bagagli a mano. Questi scanner 3D, simili a TAC mediche in miniatura, combinano immagini ad alta risoluzione e machine learning per rilevare automaticamente potenziali minacce senza necessità di rimuovere dispositivi elettronici o il sacchetto con lo shampoo e il dopobarba.
L’intelligenza artificiale entra in gioco nella fase di analisi dei dati: non è l’operatore umano a dover
identificare ogni oggetto sospetto, ma un algoritmo addestrato su milioni di immagini che segnala
anomalie, differenze termiche, densità non compatibili con materiali innocui. In pratica, l’IA vede cose che
l’occhio umano spesso non coglie — e lo fa in frazioni di secondo.
Tra vantaggi e nuove sfide
Tra i principali benefici c’è ovviamente una riduzione dei già citati tempi di attesa, ma non è tutto.
L’incremento della precisione nelle verifiche, nonché un’esperienza di viaggio meno stressante per i
passeggeri sono altri risultati attesi con l’impiego di questi nuovi sistemi.
Certo, ogni transizione tecnologica porta con sé doverose riflessioni etiche ed occupazionali. Cosa
succede al ruolo del personale addetto alla sicurezza? Verrà sostituito dalle macchine? Non
esattamente. Gli esperti parlano di una trasformazione delle competenze, non di un’abolizione del lavoro
umano. Le figure professionali più richieste nei prossimi anni saranno quelle in grado di gestire,
interpretare e supervisionare i sistemi intelligenti. In altre parole, l’uomo resta al centro, ma deve essere
formato a un nuovo tipo di controllo.
Per le scuole e gli enti di formazione specializzati in sicurezza aeroportuale questo è un momento
cruciale. Le competenze richieste oggi sono profondamente diverse da quelle di anche solo dieci anni fa.
Si parla di cybersecurity aeroportuale, analisi predittiva, gestione dei Big Data, oltre alle classiche nozioni
di controllo fisico e antiterrorismo.
Chi sogna una carriera nel mondo aeroportuale non deve sentirsi scoraggiato o mettere da parte le
proprie aspirazioni. Serve solo un approccio nuovo: dinamico, aggiornato, e sempre più orientato alla
tecnologia. I viaggi del futuro iniziano con la sicurezza del presente. L’intelligenza artificiale sta già
rivoluzionando il modo in cui ci muoviamo, rendendo gli aeroporti più sicuri, efficienti e confortevoli. Per
chi vuole far parte di questa trasformazione, la parola chiave è una sola: formazione all’avanguardia.