Guardia giurata: le arti marziali che servono davvero

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Praticare un’arte marziale, o averla praticata per qualche anno, specialmente da giovani, dona a una persona una serie di qualità che possono fare la differenza in molte situazioni. Equilibrio fisico e mentale, conoscenza dei propri mezzi, visione distaccata della situazione, abitudine ad affrontare un’altra persona… doti che nella normale prassi operativa di una guardia giurata possono essere fondamentali per uscire indenni da situazioni pericolose o per difendere civili sotto minaccia.
Premesso che tutte le arti marziali praticate seriamente danno un qualcosa in più alla mente e all’attitudine di un uomo e di una donna, vediamo quali discipline sono più indicate per chi svolge il mestiere di guardia giurata.

Chi scrive ha praticato tre arti marziali diverse, anche a livello agonistico, ed ha frequentato per molti anni l’ambiente. Dalle conversazioni con professionisti della sicurezza sono emerse alcune considerazioni che vogliamo condividere con chi desidera frequentare un corso per aspirante guardia giurata particolare e desideri altresì arricchire la propria professionalità (e la propria vita) con la pratica di un’arte marziale.

Suddividiamo per prima cosa le principali arti marziali a seconda della tipologia di lotta.

Colpi diretti (tecniche a mano aperta e chiusa, e di gambe): Karate, Kick boxing, Muay thai, Tae kwon do, Kung fu.

Prese e leve articolari (immobilizzazione): Judo, Jiu jitsu, Aikido.

Distanza ravvicinata: Muay thai, Wing chun, Krav maga

Lotta a terra: Judo, Jiu jitsu.

Difesa da coltello: Wing chun, Krav maga

(NB: siamo ben consci del grandissimo numero di arti, discipline e scuole che popolano il mondo delle arti marziali. Quelle che abbiamo considerato sono le principali nel senso che le loro tecniche tipiche sono chiaramente distinguibili anche da un occhio non specialistico, avendo ognuna di queste una sua chiara identità non solo stilistica, ma anche storica e geografica. Chi abbia voglia di disquisire sulle differenze tra Wing chun, Wing tsun e Jeet kune do potrà trovare soddisfazione in uno qualsiasi dei molti forum dedicati agli appassionati del settore)

Occorre a questo punto distinguere anche tra arti marziali sportive, nel senso che hanno un codice molto stretto riguardo i colpi che possono essere portati e le zone del corpo dell’avversario che possono essere colpite (Karate, Judo, Tae kwon do, Kick boxing) e quelle “Vale tudodove ogni colpo e tecnica è non solo ammessa, ma anche insegnata.
Le prime hanno delle controindicazioni per quanto riguarda la reale difesa personale perché condizionano l’allievo a colpire in modo limitato. L’addestramento non punta cioè alla conquista della superiorità in un combattimento di strada ma alla dimostrazione della padronanza tecnica.

Per quello che riguarda i nostri scopi, ovvero l’autodifesa e la messa fuori gioco di un aggressore, occorre avere una mentalità di combattimento pragmatica e definitiva. Essere condizionati a fermarsi dopo aver tirato un pugno buono o aver mandato a segno un calcio può voler dire soccombere durante un combattimento reale, che inevitabilmente sarà più sporco, confuso e privo di regole rispetto a quanto può succedere in palestra. Il combattimento reale per strada si ferma quando l’avversario è privo di sensi, oppure impossibilitato a muoversi a causa di uno strumento di costrizione (in manette o legato) oppure perché presenta danni fisici tali da non poter più arrecare danno a qualcuno.

In questa ottica analizziamo le vari arti marziali sopracitate.

Aikido: ottima per immobilizzare e proiettare a terra l’avversario. Tra le più eleganti. Tempo di apprendimento lungo.

Judo storicamente è una delle prime arrivate in occidente. Buona per immobilizzare e proiettare. I pugni e i calci non vengono neanche contemplati. Ha il pregio di poter essere imparata praticamente ovunque, perché le sue scuole sono tra le più diffuse.

Jiu jitsu arte marziale completissima, il cui insegnamento è stato reso più occidentale e analitico  dalla derivazione del Brasilian Jiu Jitsu, base di ogni serio addestramento di MMA. Tempo di apprendimento medio-lungo.

Karate: arte marziale classica, sempre efficace nei colpi diretti, per niente nella fase a terra.

Kick boxing: ottima preparazione fisica e velocità nel portare i colpi. Assente la fase a terra.

Krav maga: disciplina molto razionale che parte dalle basi del combattimento corpo a corpo militare. Apprendimento rapido.

Kung fu: arte marziale tradizionale, scarsa nella fase a terra, apprendimento lento.

Muay thai: molto efficace sia sulla distanza lunga (calci) che sulla distanza corta (ginocchiate e gomitate). Assente la fase a terra.

Wing chun: molto efficace nel contatto ravvicinato, con tecniche originali e cognizioni di biomeccanica che la rendono molto pragmatica. Ottimo per le persone di stazza minuta. Scarsa la fase a terra.

Tae kwuon do: calci volanti e pugni, molto interessante da un punto di vista sportivo (è anche disciplina olimpica), totalmente inutile – se non addirittura pericolosa, a causa della postura spesso sbilanciata – nel combattimento reale.

Seguendo le fila del nostro ragionamento, e andando al succo della questione, la migliore arte marziale da praticare per chi svolge il mestiere di guardia giurata è il Jiu jitsu, anche nella sua derivazione carioca. L’unico difetto di questa disciplina è il periodo di apprendistato che richiede (almeno 3 anni per poter cominciare a essere padroni delle tecniche), ma è tutto tempo speso bene.
Al secondo posto, a pari merito, le due discipline più pragmatiche, dall’apprendimento più veloce: il Wing tsun e il Krav maga. Il primo più arte marziale, quindi con effetti anche sulla struttura di personalità dell’allievo; il secondo più un insieme di tecniche di attacco e difesa, che un’arte marziale nel senso pieno del termine.
Al terzo posto viene l’Aikido, la più moderna tra le discipline giapponesi, che sconta come unico difetto l’assenza della fase di combattimento a terra, ma l’importanza assegnata a una postura solida e un baricentro sempre centrato compensano questa lacuna.

Ovviamente questa graduatoria è frutto di considerazioni personali che magari qualcuno potrà non condividere (sicuramente tra i praticanti delle discipline fuori dal podio) per questo ci teniamo a ribadire la prospettiva molto specifica di questa scelta (l’efficacia nel teatro operativo reale) e a sottolineare come la pratica seria, costante e convinta di qualsiasi arte marziale (anche quelle non elencate in questo articolo) sia una fonte di benessere fisico, mentale e spirituale per ogni allievo. Con il sincero augurio che le tecniche di combattimento apprese non debbano mai essere usate fuori dalla palestra.

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